Il 14 dicembre sono diversi i Santi e i Beati celebrati dalla Chiesa e tra questi San Giovanni della Croce, sacerdote vissuto nel XVI secolo, di cui si è scritto lo scorso anno. Oggi, invece, vogliamo parlarvi di San Venanzio Fortunato, vescovo che a Poitiers, in Francia, fu vescovo che narrò le gesta di molti santi e celebrò in eleganti inni la Santa Croce.
Venanzio Fortunato nasce nell’attuale Valdobbiadene (Tv) nel 530. Studia grammatica, retorica e diritto ad Aquileia e a Ravenna. L’agiografia narra che viene colpito da una malattia agli occhi, dalla quale ha un’improvvisa quanto inspiegabile guarigione, dopo essersi unto con l’olio di una lampada che arde davanti a un’immagine di san Martino di Tours.
Nel 565, si recato in Gallia per un pellegrinaggio di ringraziamento a Tours. A Poitiers conosce la principessa di Turingia Radegonda, figlia di Bertario, che è in ritiro nel monastero da lei fondato e retto dalla figlia adottiva, la badessa Agnese. Nel 567 si stabilì in questa città dove scrive numerosi poemi dedicati alle due donne. A Poitiers, con la figlia adottiva Agnese, fonda e dirige un monastero, diventando sacerdote e prendendo la direzione della struttura. Continua a scrivere e i temi dominanti della sua poesia religiosa sono il culto della Croce, la pietà mariana, il senso della morte, la guida spirituale dei fedeli.
Venanzio ha una buona conoscenza dei Vangeli, dei salmi, di Isaia e di alcuni Padri della Chiesa, oltre che di numerosi autori latini non cristiani. Il suo inno Vexilla regis prodeunt, in onore della Croce, viene cantato tuttora nella settimana santa, e altri sono stati inseriti nel Breviario. In latino, poi, scrive la vita di sette santi di Gallia, tra cui quella di Radegonda, morta nel 587.
Nel 595-97, consacrato vescovo di Poitiers, diviene una figura eminente nella Gallia lacerata da guerre tra i regni e stragi di famiglia. La sua opera di poeta cristiano ispirata a sincera pietà, e la tenerezza che anima certi suoi versi, sono una rara testimonianza di umanità e di fede, nella barbarie del tempo. Venanzio muore un 14 dicembre, forse del 607, e presto lo si venera come santo.
Alessio Yandusheff Rumiantseff