Pelagia vive nel terzo secolo e viene menzionata da San Giovanni Crisostomo, così come sant’Ambrogio. A 15 anni si trova sola in casa. Vedendosi circondata da assalitori che mirano non solo alla sua fede ma soprattutto alla sua verginità, per difendere la propria purezza preferisce uccidersi, dopo essersi vestita come per andare incontro non alla morte ma al suo sposo.
San Giovanni Crisostomo, involontariamente, ne oscura la fama, raccontando la storia di una ballerina di Antiochia dallo stesso nome, che la gente chiama Margherita, cioè “perla preziosa”, per la rara bellezza del suo volto e per i ricchi ornamenti del suo corpo. Bellezza da cui lo stesso vescovo Nonno trae un insegnamento di tipo spirituale. Le stesse parole del pastore portano questa Pelagia alla conversione e al battesimo. Si reca poi a piedi a Gerusalemme dove vive in una grotta sul Monte degli Ulivi per il resto dei suoi anni.
Il nome Pelagia ricorre con una certa frequenza nel Vicino Oriente dell’epoca. E addirittura ci si imbatte in altre due sante con questo nome che hanno vissuto più o meno nella stessa epoca, una a Tarso, l’altra a Nicopoli.
In ogni vaso, la Pelagia martire, ricordata il giorno 8 ottobre, testimonia in modo insolito la sua fedeltà a Cristo: quando i soldati dell’imperatore si recano alla sua dimora per portarla davanti al tribunale che l’avrebbe sicuramente condannata perché cristiana, Pelagia domanda loro di permetterle di mutarsi d’abito. Avuto il permesso, sale al piano superiore e ben sapendo a quale trattamento indegno sarebbe stato esposto il suo corpo, si uccide gettandosi dalla finestra. La storia di santa Pelagia martire è riportata da sant’Ambrogio nella sua opera De Virginibus indirizzata alla sorella Marcellina
Alessio Yandusheff Rumiantseff