Il 7 gennaio sono diversi i Santi e i Beati celebrati dalla chiesa cattolica e tra questi San Raimondo de Penafort, religioso e giurista spagnolo vissuto a cavallo tra XII e XIII secolo. Di lui abbiamo parlato lo scorso anno, mentre oggi vogliamo dedicarsi a San Luciano di Antiochia, importante teologo e presbitero romano, fondatore della scuola lucianea e considerato ispiratore di teorie vicine all’arianesimo. San Luciano, vissuto tra il III e il IV secolo, muore martire a Nicomedia durante la persecuzione dell’imperatore Massimino.
Noto con la sua vita di asceta, esplica dalla Siria e in tutto l’Oriente la sua opera esegetica in una estrema e tormentata esigenza di precisione per i Testi della tradizione. La sua Recensione lucianica dell’Antico e del Nuovo Testamento diviene dalla fine del IV secolo in avanti il testo usuale di un gran numero di Chiese per intere regioni da Costantinopoli ad Antiochia . Subisce il martirio nel 312 durante la persecuzione di Massimino Daia e la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica lo venerano come santo festeggiato il 7 gennaio dai cattolici e il 15 ottobre dagli ortodossi.
Molto giovane, Luciano rimane orfano e dopo aver donato tutta la sua eredità ai poveri si trasferisce ad Antiochia di Siria, dove è ordinato presbitero e dove, presto, raggiunge una posizione di spicco come capo della scuola teologica antiochena. E’ accusato di aver condiviso le opinioni teologiche di Paolo di Samosata e deve fuoriuscire dalla comunione con la Chiesa. Questa frattura con il partito ortodosso dura per i successivi tre episcopati: quelli di Donno, Timeo e Cirillo, dal 268 al 303. Sembra probabile che Luciano si sia riconciliato con la Chiesa all’inizio dell’episcopato di Cirillo (forse nel 285) piuttosto che durante quello del suo successore; altrimenti sarebbe difficile comprendere come i vescovi orientali abbiano potuto ricevere i suoi allievi.
Nonostante pochi altri uomini abbiano lasciato un’impronta così profonda nella storia della cristianità, pochissimo è noto della vita di Luciano. L’opera che rimane fondamentale a tutt’oggi per la conoscenza di Luciano e del suo influsso dottrinale è il saggio di G. Bardy: Recherches sur Saint Lucien d’Antioche et son école, pubblicato a Parigi nel 1936.
Per certo sappiamo che San Luciano muore martire a Nicomedia il 7 gennaio 312, durante la persecuzione di Massimino. L’imperatore lo condanna a morir di fame legato sul ceppo e al palo tenuto fermo mediante il nervo ai piedi e un legno al di sopra del capo sopra di cui vengono stirate ambedue le braccia e disteso su di un letto di punte di ferro e rottami di vetro e creta . Vi dura, con meraviglia, quattordici giorni di digiuno e atroci sofferenze.