Hanno superato soglia 50mila le telefonate arrivate, con un vero e proprio picco di chiamate giornaliere durante il lockdown. E’ la dimostrazione che il numero verde di supporto psicologico 800.833.833, attivato dal Ministero della Salute e dalla Protezione Civile durante l’emergenza Covid-19, sta svolgendo una funzione importante. Un servizio completamente gratuito, attivo tutti i giorni dalle ore 8 alle 24, nato per fornire suggerimenti e supporto per aiutare a gestire l’ansia, lo stress e il disagio psicologico generato dall’inedita situazione creatasi con il diffondersi dell’epidemia e con l’adozione delle stringenti misure di isolamento sociale.
L’assistenza telefonica, che si avvale dell’apporto tecnologico messo a disposizione gratuitamente da Tim, proseguirà sino alla fine di giugno, grazie alla preziosa collaborazione e alla partecipazione attiva degli psicologi di diverse associazioni e società scientifiche, cui va il ringraziamento del Ministero della Salute e del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile. Per il primo livello, che vede impegnati 500 psicologi dell’emergenza, si tratta di quattro associazioni di volontariato della Protezione Civile: la Federazione Psicologi per i Popoli, la Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza, il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta e il Centro Alfredo Rampi.
Per il secondo livello – che conta invece su 1500 psicoterapeuti – si tratta delle associazioni facenti parte della Consulta Cnop, quali: l’Associazione Italiana di Psicologia, l’Associazione Italiana Psicologia Psicoanalitica, la Federazione Italiana delle Associazioni di Psicoterapia, i Soci Italiani European Federation for Psychoanalytic Psychotherapy, la Società Italiana di Psico-oncologia, la Società Italiana di Psicologia Pediatrica, la Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva, la Società Italiana Tossicodipendenze e la Società Psicoanalitica Italiana.
Il servizio sta ottenendo un altissimo il grado di soddisfazione, registrato nel bilancio di questo mese e mezzo di attività: il 95,5 % degli utenti ha ritenuto soddisfatte le aspettative e il 96,5 % ha dichiarato di aver ricevuto tutte le informazioni richieste. A chiamare molti anziani (28,9%) ma è significativo anche il numero di studenti (9,8%). L’età media è attualmente di 49 anni, qualche anno in meno di quella che caratterizzava le chiamate durante la fase di lockdown (52 anni).
Le motivazioni di chi utilizza il servizio sono legate a stati ansia (14%), depressione (13%) o più frequenti stati di preoccupazione generalizzata e altre problematiche pregresse emerse a causa dell’emergenza (oltre il 40%). Merita attenzione il dato di persone con problemi di irritabilità (2%), con disturbi del ciclo sonno-veglia (2%) e con problemi di relazione (1,2%). Con la fine del lockdown è raddoppiato il numero di persone che hanno chiamato per ricevere sostegno nell’elaborazione di un lutto (dal 1,6% al 3,2%) non necessariamente legato al Covid-19.
Le problematiche più importanti, per le quali si è riscontrata la necessità di interventi terapeutici (farmacoterapia o psicoterapia), sono state indirizzate ai servizi socio-sanitari pubblici, altre hanno usufruito della possibilità di ricevere un ascolto approfondito e competente anche attraverso un numero maggiore di colloqui di approfondimento grazie al supporto dei professionisti delle associazioni e delle società scientifiche che hanno messo a disposizione la propria professionalità.
Una volta superata la fase dell’emergenza, progressivamente si sta tornando a gestire la richiesta di assistenza psicologica attraverso la rete di strutture e professionalità del Servizio sanitario nazionale, che è al centro di importanti piani di rafforzamento e valorizzazione a cui sta quotidianamente lavorando il Ministero della Salute.