Fra i numerosi santi morti nel fiore della giovinezza, c’è da annoverare San Casimiro, venerato come patrono della Polonia e della Lituania dalla Chiesa cattolica, che lo ricorda il 4 marzo, giorno della sua morte.
Casimiro nasce a Cracovia, nel 1458. E’ figlio del re di Polonia, appartenente alla dinastia degli Jagelloni, di origine lituana. Quando gli Ungheresi si ribellaono al loro re, Mattia Corvino, e offrono al tredicenne principe Casimiro la corona, questi vi rinuncia appena sa che il papa si è dichiarato contrario alla deposizione del regnante. Impegnato in una politica di espansione, re Casimiro IV (1440-1492) dà al terzogenito l’incarico di reggente di Polonia e il principe, minato dalla tubercolosi, svolge il compito senza lasciarsi irretire dalle seduzioni del potere. Non si piega alle ragioni di Stato quando gli viene proposto dal padre il matrimonio con la figlia di Federico III, per allargare i già estesi confini del regno. Il principe Casimiro non vuole venir meno al suo ideale ascetico di purezza per vantaggi materiali cui non ambisce. Di straordinaria bellezza, ammirato e corteggiato, Casimiro riserva il suo cuore alla Vergine.
Muore in Lituania il 4 marzo 1484, a poco più di 25 anni. Per lui si istruisce un regolare processo di beatificazione, culminato nel 1520, durante il concilio Lateranense, con la solenne conferma di un culto che polacchi e lituani da sempre hanno tributato al loro principe santo che «volle sempre esser considerato fra i miti e i poveri di spirito, piuttosto che fra i nobili e i potenti di questo mondo».
Vasta è l’iconografia di questo santo polacco: celebre è il suo ritratto eseguito da Carlo Dolci e molti altri dipinti lo raffigurano con in mano una pergamena, riportante alcune parole del suo inno mariano prediletto, ed un giglio, simbolo di castità. San Casimiro è infatti particolarmente invocato contro le tentazioni carnali.
Alessio Yandusheff Rumiamtseff