Cesidio, Placido ed Eutichio sono un gruppo di martiri cristiani uccisi a Trasacco (Aq), presso il lago Fucino, durante la persecuzione di Massimino Trace (235-237). Secondo un’antica “passio” composta verso la fine del secolo IX, si racconta che nella città di Amaria (nel Ponto), durante l’impero di Domnino, scoppia una persecuzione contro i cristiani; Rufino e Cesidio suo figlio, vengono scoperti e imprigionati, il proconsole Andrea li sottopone a tormenti inviando nel carcere anche due meretrici per tentare i cristiani, ma essi superando le prove, ottengono invece la conversione di molti pagani, compreso lo stesso Andrea.
Una volta liberati Rufino e Cesidio, si trasferiscono in Italia, nella regione dei Marsi, facendo apostolato; dopo un certo tempo Rufino si sposta ad Assisi, mentre il figlio rimase a Trasacco. Dopo alterne vicende Rufino divenuto primo vescovo di Assisi e poi patrono della città, viene martirizzato lì vicino. Cesidio trafuga il suo corpo portandolo a Trasacco. Un gesto che segna la sua condanna. Infatti, il magistrato romano ordina la sua morte. Viene ucciso mentre celebra la Messa insieme a Placido ed Eutichio.
In ogni caso, la presenza di antiche chiese, costruire a Trasacco e nella regione, dedicate separatamente ai due santi, poi distrutte poi dagli Ungari, spiegano il culto esistente verso i due santi. Gli agiografi antichi finiscono per considerarli parenti, come di solito si tende a considerare i personaggi i cui santuari sono ravvicinati. Ad ogni modo tutti gli “Atti” hanno sempre classificato Cesidio come prete, morto martire a Trasacco. Il Martirologio Romano lo riporta insieme ai due compagni al 31 agosto.
San Cesidio è venerato come santo e diacono a Trasacco. Il Martirologio Romano lo riporta insieme ai due compagni al 31 agosto.