Pietro nacque ad Imola alla fin del IV secolo. Venne battezzato ed educato da Cornelio, vescovo di Imola, che poi lo avviò agli studi letterari e giuridici a Ravenna e a Bologna. Ordinato diacono, sempre dallo stesso Cornelio, lo affiancò durante il suo episcopato.
Nel 433 venne consacrato vescovo di Ravenna direttamente da papa Sisto III. Come ci ricorda Domenico Agasso, quello fu il momento più importante della sua vita, anche per tutto ciò che circondò l’evento: “Innanzitutto c’è il Papa in persona a consacrarlo: Sisto III, cioè l’uomo della pace religiosa dopo dissidi, scontri e iniziative scismatiche, ispirate alle dottrine di Nestorio. Segno perenne di questa pace, il rifacimento della Basilica liberiana sull’Esquilino, dedicata alla Madre di Dio (Santa Maria Maggiore)”.
E ancora: “Quando Pietro tiene il suo primo discorso da vescovo, ad ascoltarlo col papa c’è anche Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, sorella dell’imperatore Onorio e ora madre e tutrice dell’imperatore Valentiniano III. Una donna che è stata padrona della reggia, poi ostaggio dei Goti invasori e moglie per forza di un goto, assassinato poco dopo in una congiura. L’assassino ha poi scacciato lei, costringendola a camminare a piedi per dodici miglia in catene, prima di essere rimandata ai suoi. E poi c’è Ravenna, intorno al vescovo. Ravenna, che ora è la capitale dell’impero, cerniera tra Oriente e Occidente…”.
La pietà e lo zelo fecero guadagnare ben presto a Pietro l’ammirazione dei fedeli grazie alla sua arte oratoria e alla sua eloquenza pastorale (venne infatti soprannominato Crisologo, che in greco significa “dalle parole d’oro“). Godette della fiducia di papa Leone I e della protezione dell’imperatrice Galla Placidia.
Durante il suo vescovado venne edificata la prima chiesa cristiana a Ravenna. Come ci ricorda Suder “la sua attività di predicatore ci ha lasciato soprattutto una documentazione inestimabile sulla liturgia di Ravenna e sulla cultura di questa città”. Ravenna a quei tempi era un formicolante crocevia di problemi e di incontri. Ad incontrare Pietro venne addirittura uno dei vescovi più illustri del tempo, Germano di Auxerre, che morì nel 448 a Ravenna, assistito dallo stesso.
Dall’Oriente lo consultò l’influente e discusso archimandrita Eutiche, in conflitto dottrinale col patriarca di Costantinopoli e con gran parte del clero circa le due nature in Gesù Cristo. Il vescovo di Ravenna gli risponse rimandandolo alla decisione del papa: una rigorosa indicazione, espressa sempre con linguaggio amico, con voce cordiale.
Pietro morì a Imola il 2 dicembre 450. Fu sepolto nel Duomo della stessa città emiliana. Il suo sarcofago si trova nella navata di sinistra della cripta.
Alessio Yandusheff Rumiantseff