Nel XVI numerosi testimoni della fede compresero l’importanza di superare i “nuovi” confini geografici per portare il Vangelo là dove non era ancora giunto. Tra questi vi fu anche san Francesco Saverio, che spese tutte le sue energie per donare il messaggio del Risorto alle popolazioni del lontano Oriente, dall’India all’Indonesia, fino al Giappone. La sua memoria è un’occasione per riflettere sui confini – vicini o lontani – che oggi siamo chiamati a superare per portare la luce di Dio.
Francesco Saverio nasce nel castello di Saverio, nella Navarra, nell’aprile del 1506. Sin dall’adolescenza si applica con amore appassionato allo studio delle lettere, nelle quali consegue ottimi risultati. Già professore di Filosofia nel collegio di S. Barbara in Parigi, si incontra per provvidenza di Dio con S. Ignazio di Loyola. Questi gli ripete instancabilmente la sentenza evangelica: “Che giova all’uomo acquistare il mondo intero, se poi perde la sua anima?”.
Coll’aiuto della grazia il santo fondatore dei Gesuiti lo induce a riflettere bene su ciò, facendogli comprendere la verità e l’importanza di questa massima, tanto che egli abbandonando ogni progetto mondano, si dà con tutte le sue energie alla causa santa del Signore, sotto l’esperta guida di San Ignazio. Frattanto Francesco diviene diacono e finalmente, dopo due mesi di aspre penitenze, può celebrare con indicibile effusione di cuore, la sua prima Messa. In questo frattempo Giovanni III, re del Portogallo, avendo udita la fama dei compagni di Ignazio, ne chiede alcuni per mandarli missionari nelle Indie orientali. Ignazio saputo questo e illuminato dal cielo, sceglie il Saverio, il quale accetta volentieri la missione affidatagli.
Ricevuta la benedizione papale, partece arrivacfelicemente a Goa, principale città delle Indie, che è la prima a ricevere i frutti della parola di Francesco. Da Goa passa a Malacca, indi a Trovancore e nelle terre circostanti: dovunque l’apostolo infaticabile opera conversioni e prodigi. Si spinge fin nel Giappone, dopo esser ritornato a Goa, per rivedere le cristianità già fondate.
Sebbene esausto di forze, concepisce il progetto di inoltrarsi nella immensa Cina, e lo ha quasi attuato, quando il Signore, contentandosi dell’eroico suo proposito, lo chiamò a se nella gloria. Muore il 3 dicembre 1552 su uno scoglio arido e desolato di fronte alla Cina, avendo per unica compagnia e conforto un servo indigeno.
San Francesco Saverio è sepolto nella chiesa dei Gesuiti di Goa. Una sua reliquia si trova a Roma, dove si conserva, dal 1614, in un reliquiario della Chiesa del Gesù, chiesa madre dell’ordine. Moltiplicandosi i miracoli ricevuti per sua intercessione, Paolo V lo beatifica il il 21 ottobre 1619 e Gregorio XV lo canonizza il 12 marzo 1622.