La Chiesa festeggia nello stesso giorno i santi Simone e Giuda Taddeo in quanto sono entrambi apostoli di Cristo e testimoni della sua risurrezione, predicano il Vangelo in Egitto e in Mesopotamia e subiscono il martirio. Secondo la tradizione, il corpo di Simone viene fatto a pezzi con una sega e per questo è raffigurato con questo attrezzo ed è patrono di boscaioli e taglialegna. San Giuda Taddeo viene trucidato da sacerdoti pagani in maniera crudele, violenta e disumana. È rappresentato nelle sue immagini mentre tiene in mano un libro che simbolizza la parola di Dio che egli annuncia, e un’alabarda, una specie di lancia che è lo strumento utilizzato nel suo martirio. Le sue reliquie attualmente sono venerate nella Basilica di San Pietro, a Roma.
Simone è soprannominato Cananeo o Zelota, mentre Giuda viene chiamato anche Taddeo, figlio di Giacomo. Nei Vangeli i loro nomi figurano agli ultimi posti degli elenchi degli apostoli e le notizie che ci vengono date su di loro sono molto scarse. Di Simone sappiamo che nasce a Cana ed è soprannominato lo zelota, forse perché ha militato nel gruppo antiromano degli zeloti.
L’evangelista Luca presenta l’altro apostolo come Giuda di Giacomo. I biblisti sono oggi divisi sul significato di questa precisazione. Alcuni traducono con fratello, altri con figlio di Giacomo. Matteo e Marco lo chiamano invece Taddeo, un soprannome che in aramaico significa magnanimo.
Secondo San Giovanni, nell’ultima cena proprio Giuda Taddeo chiede a Gesù: “Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?”. Gesù non gli risponde direttamente, ma va al cuore della chiamata e della sequela apostolica: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. L’unica via per la quale Dio giunge all’uomo, anzi prende dimora presso di lui è l’amore. Non è un caso che la domanda venga da Giuda. Il suo cuore magnanimo ha probabilmente intuito la risposta del Maestro. Secondo gli Atti degli Apostoli, sappiamo che gli apostoli sono testimoni della resurrezione, e questa è la gloria maggiore dell’apostolo e di ogni discepolo di Gesù.