San Germano nacque sul finire del V secolo ad Autun, comune della Borgogna, in Francia, da una famiglia benestante. Dopo gli studi ad Avállon, divenne prima diacono e poi sacerdote. Successivamente gli venne affidata la direzione del monastero di San Sinforiano che risollevò, non senza difficoltà, dalla decadenza e nel quale cercò i primi elementi per la sua fondazione parigina.
Verso il 556, mentre si trovava a Parigi presso il re Chilperico, questi, che apprezzava molto i suoi consigli, lo chiamò a succedere nella capitale al vescovo Libano. Nel 558, o forse l’anno successivo, consacrò una chiesa dedicata a San Vincenzo di Saragozza con annesso monastero.
A Germano venne attribuito nella sua prima stesura il rito gallicano in uso in varie parti d’Europa fino alla Riforma dell’XI secolo di Gregorio VII nel IX secolo. Un rito gemello del rito ambrosiano usato a Milano e sopravvissuto con il rito mozarabico in Spagna alla imposizione dell’unico rito romano a tutta l’orbe dipendente dal papato. Nella sua struttura mantiene un legame liturgico con i riti delle Chiese mediorientali e in particolare quella siriaca.
Germano morì ottuagenario il 28 maggio 576 e venne inumato nella cappella di San Sinforiano, attigua alla chiesa abbaziale, in una tomba decorata. Nel 754, per ordine di Pipino il Breve, venne effettuata una solenne traslazione alla presenza del giovane Carlo Magno e di numeroso clero; la traslazione portò al cambiamento dell’intitolazione della chiesa, ed si verificarono i miracoli narrati abbondantemente dal monaco Aimone. Da quel momento il monastero e la sua chiesa onorarono il quartiere di St.-Germain-des-Prés, importante centro di vita benedettina a partire dal VXII secolo.
Della vita di San Germano scrisse il suo amico Fortunato di Poitiers, anche se numerosi documenti, relativi soprattutto alla fondazione dell’abbazia di San Germano e ai primi tempi della sua storia, scomparirono al tempo delle invasioni normanne, alla fine dell’XI secolo.
Alessio Yandusheff-Rumiantseff