Sant’Ireneo di Lione nasce a Smirne in Asia Minore nel 130 e cresce in una famiglia già cristiana Alla scuola di Policarpo, (tradizionalmente ritenuto discepolo dell’apostolo Giovanni), Papia, Melitone di Sardi riceve una buona formazione religiosa, filosofica e teologica. Diviene vescovo della città di Lugdunum (antico nome di Lione) dal 177, in seguito alla morte, per martirio sotto Marco Aurelio, del primo vescovo della città san Potino, insieme ad altri 47 martiri.
Pochi giorni prima delle sommosse anticristiane, Ireneo era stato inviato a Roma dal suo vescovo per chiarire alcune questioni dottrinali. Tornato a Lione, appena sedata la bufera, viene chiamato a succedere al vescovo martire, in una Chiesa decimata dei suoi preti e di gran parte dei suoi fedeli. Si trova a governare come unico vescovo la Chiesa dell’intera Gallia. Il suo campo d’azione sarà molto vasto, se si tiene conto che probabilmente a quei tempi non esiste nessun altro vescovo nelle Gallie e nelle terre di confine della vicina Germania.
Lui, greco, impara le lingue dei barbari per evangelizzare le popolazioni celtiche e germaniche. E dove non arriva la sua voce giunge la parola scritta. Nei suoi cinque libri Contro le eresie traspare non solo il grande apologista, ma anche il buon pastore preoccupato di qualche pecorella allo sbando che cerca di condurre all’ovile.
Secondo la tradizione della Chiesa è martire, anche se scarse sono le notizie storiche sulla sua vita e morte. Le poche notizie biografiche provengono dalla testimonianza, tramandata da Eusebio nel quinto libro della Storia Ecclesiastica. Per certo sappiamo che viene sepolto nella chiesa di San Giovanni a Lione, che più tardi viene chiamata di Sant’Ireneo. La sua tomba e i suoi resti vengono distrutti nel 1562 dagli Ugonotti durante le guerre di religione francesi. La Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa lo venerano come santo e lo considerano uno dei padri della Chiesa. È ricordato il 28 giugno.
Alessio Yandusheff Rumiantseff