Evaristo nasce a Betlemme, nel primo secolo, ma poco si sa di lui: secondo il Liber Pontificalis fa parte di una famiglia ebraica ellenizzante e si converte al Cristianesimo a Roma. Regge la diocesi romana in sostituzione di papa Clemente I, esiliato nel Chersoneso Taurico, al tempo della persecuzione dell’imperatore Domiziano o, più probabilmente, di Traiano.
Ci si è domandati, se Evaristo sia da considerare vero papa (e non solo “vice”) dall’anno 97, quando Clemente I va in esilio; oppure solo dal 101, anno in cui Clemente muore martire in Crimea (notizia di Eusebio di Cesarea nella sua Storia Ecclesiastica). Per Eusebio è chiaro: Clemente, dopo nove anni di pontificato (88-97) “…trasmise il sacro ministero a Evaristo”. Nessuna delega, insomma. Investitura piena. E anche ai tempi nostri l’Annuario pontificio indica Evaristo come papa a pieno titolo già nel 97.
Il Liber Pontificalis riferisce che Evaristo per primo assegna i tituli ai presbiteri della città e che ordina sette diaconi che lo aiutino nelle celebrazioni liturgiche. Inizia la pratica della benedizione pubblica dopo la celebrazione del matrimonio civile. Tuttavia questa affermazione del Liber è priva di ogni fondamento, poiché attribuisce a Evaristo un’istituzione più tarda della Chiesa di Roma. Più degna di fede è l’affermazione del Liber Pontificalis che indica la sua sepoltura presso la tomba di Pietro, anche se un’altra tradizione lo dice sepolto nella chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta a Napoli.
Il martirio di Evaristo, sebbene tradizionale, non è storicamente provato , ma dovrebbe risalire all’anno 108. Viene sepolto, con ogni probabilità, presso la tomba di san Pietro, nella Necropoli vaticana. A papa Evaristo vengono attribuite due epistole, che fanno parte di quel complesso di falsi medievali noti con il nome di Decretali pseudoisidoriane. La sua ricorrenza si celebra il 27 ottobre.