Il 27 gennaio la chiesa cattolica venera Sant’Angela Merici. Nata a Desenzano del Garda nel 1474 da una famiglia della nobiltà rurale. Angela sin da piccola ha avuto una vita segnata da lutti, per la morte della sorella, a cui era legatissima, e dei genitori. Per questo fu accolta dal facoltoso zio materno a Salò, dove rimase per diversi anni sino a quando vestì l’abito di terziaria francescana nel convento dei frati Minori Osservanti di S. Bernardino.
Al pensiero della vita ultraterrena della sorella scomparsa, si ricollega la visione consolatrice della “scala”, che prefigurò la fondazione della Compagnia di Santa Orsola. Qui incomincia la sua missione di conforto e di consiglio che, a poco a poco, si ampliò sino ad abbracciare tutti quelli che facevano ricorso a lei, alle sue preghiere, alla sua mediazione e alla sua azione pacificatrice.
Verso il 1520 Angela incominciò a compiere pellegrinaggi nei luoghi santi della cristianità. Nel 1524 la nave dei pellegrini giunse a Creta, e si verificò “segno” straordinario, una sorta di miracolo “capovolto”, che portò Angela a perdere quasi completamente la vista, che le impedì di vedere la Terra Santa. Nel commentare questa menomazione Angela trovò la forza per dire che vedeva i luoghi santi con gli occhi interiori. La sua nuova condizione fisica la trasformò e la introdusse in una nuova dimensione di apostolato pubblico.
Tutte queste esperienze l’hanno plasmata e resa più profonda, sapiente e maggiormente pronta a cogliere l’essenza spirituale della vita. Acquisisce carisma, tanto che la santità della sua vita era riconosciuta dai Luoghi Santi di Gerusalemme a Venezia, capoluogo dei traffici mercantili; da Roma, centro della cristianità, a Milano.
Il 25 novembre 1535, fondò la Compagnia di Sant’Orsola: istituzione intermedia per chi non intende entrare in un monastero, ma neppure sposarsi. È uno sposalizio mistico, che corrisponde una rigenerazione della vita vissuta nel mondo. Alla sua Compagnia Angela lascia una Regola, “Ricordi e Legati” di profondo valore ascetico e spirituale, impregnati di un notevole intuito pedagogico.
Con questa nuova Compagnia ogni donna consacrata può santificare la propria esistenza non fra le mura di un convento, ma vivendo ed operando nel mondo sul modello della chiesa primitiva. Una possibilità importante in una società che vedeva con sospetto la donna nubile, fuori dai due stati socialmente riconosciuti del matrimonio e della monacazione.
Alla notizia della sua morte, il 27 gennaio 1540, una grande folla si riversò nella chiesa di S. Afra, oggi santuario di Sant’Angela Merici, che conservò il corpo in una bara aperta per trenta giorni senza che mostrasse segni di decomposizione. Raccontano le cronache che dopo la sua morte accaddero eventi straordinari e che nelle prime sere, sopra il santuario, apparve una grandissima luce. Venerata per oltre due secoli, nel 1768, fu proclamata beata da Clemente XIII ed infine canonizzata dal papa Pio VII nel 1807. Pio IX nel 1861 ne estese il culto alla Chiesa universale.
Alessio Yandusheff Rumyansteff