Il 25 aprile si festeggia San Marco Evangelista, in riferimento al giorno del suo martirio. Protettore degli scrivani, dei notai, dei vetrai, degli ottici, di coloro che dipingono su vetro, patrono di Venezia, è ebreo di origine. Nacque probabilmente fuori dalla Palestina da famiglia benestante, sotto l’imperatore Augusto. San Pietro, che lo chiamò «figlio mio», lo ebbe con sé nei viaggi missionari in Oriente e a Roma.
Oltre alla familiarità con San Pietro, Marco può vantare una lunga comunità di vita con l’apostolo Paolo, che incontrò nel 44, quando lo stesso Paolo assieme a Barnaba portò a Gerusalemme la colletta della comunità di Antiochia.
A Roma scrisse il suo Vangelo, detto “Secondo Vangelo”, mentre ad Alessandria d’Egitto fondò la Prima Chiesa Cristiana. Gli Atti di Marco riferiscono che il 24 aprile venne trascinato dai pagani per le vie di Alessandria, legato con funi al collo. Gettato in carcere, il giorno dopo subì lo stesso atroce tormento, morendo. Si narra che il suo corpo sia dato alle fiamme e sottratto alla distruzione dai fedeli.
Il culto di san Marco, per l’importanza religiosa rivestita dalla condizione di evangelista, è estremamente diffuso e capillare tra le Chiese cristiane. La sua figura è centrale per le Chiese orientali d’Egitto, derivate dall’antico patriarcato di Alessandria, per i patriarcati italiani – oggi soppressi – di Aquileia e di Grado, e per il patriarcato di Venezia loro erede, nella cui chiesa cattedrale, la basilica di San Marco, è tuttora conservato il corpo del santo.
Secondo la tradizione, alcuni frammenti delle sue spoglie sono anche conservate nella chiesa di San Marco in Città a Cortona, in Toscana, che condivide con Venezia lo stemma comunale del leone alato e il patronato. Nella cattedrale di San Marco al Cairo, principale chiesa copta d’Egitto, si conservano altre reliquie trasportate sempre da Venezia.
Tutti e quattro gli Evangelisti hanno un simbolo che generalmente viene raffigurato vicino al Santo nelle pitture e nelle sculture. Il simbolo di San Marco è il leone alato in quanto inizia il suo Vangelo con la voce di San Giovanni Battista che, nel deserto, si eleva simile a un ruggito, preannunciando agli uomini la venuta del Cristo.
Il leone di San Marco viene rappresentato in più modi: “andante”, cioè in piedi sulle quattro zampe, come se camminasse, e con un libro aperto sotto una zampa con su scritto Pax Tibi Marce Evangelista Meus; oppure in moleca, cioè rannicchiato.
Alessio Yandusheff Rumiantseff