Pietro Kanijs (Canisio, nella forma latinizzata) nasce a Nimega, in Olanda, nel 1521. È figlio del borgomastro della città, ha perciò la possibilità di studiare diritto canonico a Lovanio e diritto civile a Colonia. In questa città ama trascorrere il tempo libero nel monastero dei certosini e la lettura del breve opuscolo degli esercizi spirituali che Sant’Ignazio ha scritto da poco determina la svolta decisiva della sua vita: compiuta la pia pratica a Magonza sotto la direzione di padre Faber, entra nella Compagnia di Gesù ed è l’ottavo gesuita a emettere i voti solenni.
A lui si deve la pubblicazione delle opere di San Cirillo di Alessandria, di San Leone Magno, di San Girolamo e di Osio di Cordova. Prende parte attiva al concilio di Trento, come teologo del cardinale Truchsess e consigliere del papa.
Canisio si fa apprezzare in particolare per i suoi modi cortesi. Egli è uso parlare di nuove dottrine, di nuovi insegnamenti e non di eretici o di errori. Il suo catechismo, che appare nel 1555 sotto il titolo Summa doctrinae christianae, è pensato come una risposta a Martin Lutero e viene ristampato, solo nel periodo in cui Canisio vive, ben 200 volte.
Sant’Ignazio lo chiama in Italia, mandandolo dapprima in Sicilia, poi a Bologna, per rimandarlo quindi in Germania, dove resta per trent’anni, in qualità di superiore provinciale. Pio V gli offre il cardinalato, ma Pietro Canisio prega il papa di lasciarlo al suo umile servizio della comunità.
Pietro Canisio muore a Friburgo, in Svizzera, il 21 dicembre 1597. E’ proclamato beato nel 1869 da papa Pio IX e canonizzato nel 1925 da papa Pio XI che lo nomina pure dottore della Chiesa. Peraltro già papa Leone XIII lo aveva definito il secondo apostolo della Germania dopo San Bonifacio.
La sua memoria liturgica cade il 21 dicembre o il 27 aprile nella Forma straordinaria e sempre in questa data continua ad essere ricordato anche in Germania.