• 16 Novembre 2024
  • IL SANTO DEL GIORNO

18 dicembre: San Gaziano di Tours, vescovo del III secolo

Gaziano (su alcune testimonianze documentato come Graziano) vive a cavallo tra il III e il IV secolo. Tutto ciò che si conosce su di lui risale all’Historia Francorum scritta da Gregorio di Tours nel VI secolo. Questi riferisce che attorno alla metà del III secolo Dionigi di Parigi parte da Roma assieme ad altri sei missionari per portare il Vangelo nelle Gallie. Gaziano o Catianus era uno di questi. Una tradizione più antica, che però non ha riscontri, sostiene che i sette missionari vengono mandati da Pietro apostolo stesso apparso loro in spirito (a mandarli è, verso il 245, papa Fabiano, successore di Pietro).

Gaziano si ferma nella Gallia lugdunense e predicò la fede cristiana a Tours per circa cinquant’anni, fondando la diocesi di Tours. Inizialmente incontra una grande ostilità da parte degli abitanti di Tours, tanto da essere costretto a celebrare i riti nelle catacombe. Quando muore è sepolto in un cimitero cristiano nelle vicinanze di Tours: “in ipsius vici cimiterio, qui erat christianorum”, secondo le parole di Gregorio.

La cattedrale di Saint-Gatien a Tours

Un secolo dopo, Martino di Tours, che è il terzo vescovo di Tours, trasla le sue spoglie nella chiesa, costruita dal secondo vescovo san Lidorio, sulla quale viene poi costruita la cattedrale di Tours, inizialmente dedicata a San Maurizio e dal 1357 dedicata a Gaziano e soprannominata “La Gatianne”. La festa di San Gaziano (Saint Gatien) è fissata al 18 dicembre.

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Alessio Yandushev Rumyantsev

Sacerdote cattolico, nato a San Pietroburgo nel 1973, attualmente vive a Roma dove svolge il suo servizio pastorale ed accademico. Dottore in Teologia e professore. Ha compiuto gli studi in genetica a San Pietroburgo, in filosofia in Liechtenstein e in teologia alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. È cappellano della Facoltà di Economia dell'Università La Sapienza. Collabora con le riviste teologico-filosofico-storiche "Traditio viva" e "Folia petropolitana" in qualità di redattore e traduttore.

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