Tra i numerosi santi e beati che si celebrano oggi, abbiamo scelto Sant’Ubaldo per la sua capacità, in tempi davvero difficili (siamo nel XII secolo in centro Italia) a superare avversità e ostacoli, riuscendo a piegare con la dolcezza i suoi nemici e ad ammansire gli avversari con la mitezza d’animo. Appartenente ad una nobile famiglia originaria della Germania, Ubaldo nacque a Gubbio tra il 1084 e il 1085 e rimase ben presto orfano di entrambi genitori. Venne pertanto allevato da un omonimo zio che curò l’educazione religiosa e intellettuale.
Ordinato sacerdote nel 1114, qualche anno più tardi Ubaldo venne eletto priore della sua canonica, di cui si occupò di riformare disciplina e costume. Dopo un violento incendio che nel 1126 distrusse la canonica e la cattedrale Ubaldo, che stava per ritirarsi nell’eremo di Fonte Avellana, venne esortato a restare e a contribuire alla ricostruzione. La fama del suo nome e delle sue virtù si diffusero ben presto al di fuori della città, tanto che Perugia nel 1126 lo acclamò vescovo della città.
Ubaldo, schivo di tanto onore, si recò immediatamente a Roma per chiedere al Papa Onorio II di essere esonerato da tale incarico. Il pontefice acconsentì, ma Ubaldo fu costretto ad accettare l’incarico quando, morto il vescovo di Gubbio, venne designato come suo successore. Ubaldo governò questa diocesi per 31 anni con zelo apostolico.
Fu un padre non solo spirituale per i suoi fedeli, ma anche loro protettore materiale. Si adoperò con tutte le forze per mettere pace tra sudditi e feudatari, tra le fazioni in lotta durante l’elezione dei consoli e tra le città rivali, intervenendo poi nell’agosto 1155 presso Federico Barbarossa, impedendogli di mettere a ferro e fuoco la città come aveva fatto a Spoleto.
Morì all’alba del 16 maggio 1160. Sepolto prima nella cattedrale, di cui divenne contitolare, il suo corpo venne poi traslato l’11 settembre 1194 in una chiesetta sul monte Ingino, dove è tuttora venerato. A canonizzarlo è stato Celestino III il 5 marzo 1192. In suo onore ogni anno a Gubbio si svolge la famosa “Festa dei Ceri”, ricorrenza che quest’anno non si svolgerà a causa dell’emergenza sanitaria per il Coronavirus.
Alessio Yandusheff Rumiantseff