Teresa de Cepeda y Ahumada nasce ad Avila (Vecchia Castiglia, Spagna) il 28 marzo 1515. Ha solo due anni e mezzo quanto vengono affisse sulla porta della Cattedrale di Wittenberg (31 ottobre 1517) le 95 tesi di Lutero contro la vendita delle indulgenze, una roboante manifestazione pubblica di protesta contro la Chiesa. Nel secolo della Riforma Protestante Teresa si distinguerà per la sua imponente opera riformatrice all’interno dell’ordine carmelitano.
Gli anni dell’adolescenza li trascorre in compagnia dei numerosi fratelli e dei cugini della casa attigua. Ancora giovanissima viene mandata dal padre per completare la sua educazione nel monastero delle agostiniane di Nostra Signora delle Grazie ad Avila dove influente sarà la figura della maestra Maria Briceno: con i suoi insegnamenti e i suoi discorsi condurrà la fanciulla alla prima vera crisi esistenziale. Nel 1532, una grave malattia costringe Teresa a tornare alla casa paterna dove si dedica alla vita di famiglia. Dopo la morte di uno zio, cui era particolarmente legata nel 1536 vive la cosiddetta “grande crisi”, durante la quale ella prende la ferma decisione di entrare in monastero presso le carmelitane dell’Incarnazione di Avila. Quelli che seguiranno saranno anni difficile per Teresa, travagliati sia dal punto di vista spirituale, sia per i malanni fisici che la perseguiteranno.
Dopo un travagliato percorso interiore che la conduce a quella che definì in seguito la sua “conversione” (a 39 anni), diviene una delle figure più importanti della Riforma cattolica. Teresa ha l’intuizione di fondare una clausura stretta: il 24 agosto 1562 la riforma teresiana prese vita nella piccola casa di San José. La grande mistica spagnola comprende che, di fronte alle lacerazioni della Chiesa del suo tempo, la sua risposta deva consistere nell’essere figlia e sposa fedele di Dio attraverso la maggior adesione possibile alla Regola religiosa a cui si è sottomessa. Il suo sguardo soprannaturale le permette di vivere la Fede in pienezza e i disegni divini si concretizzano per mezzo di lei.
Nel 1566 il Superiore generale dell’Ordine del Carmelo, durante una sua visita al convento di San José, viene conquistato dalla fede, dall’intelligenza e dall’ardore di Madre Teresa di Gesù, perciò l’autorizza a fondare in Castiglia molti monasteri, compresi due conventi di Carmelitani Scalzi: una misura di importanza vitale. Infatti, Teresa sa che la sua riforma avrà successo solo se le figlie saranno sostenute da confessori e direttori spirituali che obbediscono alla stessa Regola. A 52 anni Teresa inizia una nuova tappa della sua vita religiosa: si appresta a percorrere le strade della Castiglia, nel freddo più intenso e nelle estati polverose, a dorso di mulo o in carri coperti, senza cessare di pregare e di meditare. Sorgono chiostri su chiostri: Medina, Malagon e Valladolid (1568); Toledo e Pastrana (1569); Salamanca (1570); Alba de Tormes (1571); Segovia, Beas e Siviglia (1574); Soria (1581); Burgos (1582).
Per sostenere le sue tesi scrive diversi testi nei quali presenta la sua dottrina mistico-spirituale e i fondamenti e le origini del suo ideale di Riforma dell’Ordine carmelitano. La sua opera maggiormente celebre è Il castello interiore (intitolato anche Mansioni), itinerario dell’anima alla ricerca di Dio attraverso sette particolari passaggi di elevazione, affiancata dal “Cammino di perfezione”, e dalle “Fondazioni” nonché da molte massime, poesie e preghiere, alcune delle quali particolarmente celebri.
Durante uno dei suoi viaggi, muore il 15 ottobre 1582 (proprio nella notte in cui viene praticato il riallineamento di date tra il vecchio calendario giuliano e quello gregoriano, con sottrazione di 10 giorni) al monastero di Alba de Tormes fra le consorelle, sorretta da Anna di San Bartolomeo (una sua stretta collaboratrice). Il suo corpo riposa ancora oggi nella chiesa dell’Annunciazione in Alba de Tormes. Proclamata beata nel 1614 e poi santa da papa Gregorio XV nel 1622, è annoverata tra i dottori della Chiesa nel 1970 da Paolo VI, insieme a Caterina da Siena.