San Claudio de la Colombière fu un uomo di cuore, dotato di enorme sensibilità nei confronti del prossimo. Sin dall’infanzia nutre una profonda inclinazione verso la famiglia, pensando un giorno di poterne formare una propria e “un’avversione orribile” per la vita religiosa. Sceglierà quest’ultima a discapito delle sue più radicate convinzioni.
Terzo di sei figli, ha una posizione economicamente solida e un avvenire sicuro in quanto il padre è un facoltoso notaio. Brillante negli studi, entrò a 17 anni nel Noviziato di Avignone della Compagnia di Gesù, dove terminò il corso di Filosofia e dopo la laurea, nello stesso istituto, riuscì ad ottenere una cattedra per i successivi cinque. A 25 venne mandato a Parigi, per studiare teologia nel celebre collegio di Clermont.
I superiori, nonostante fosse impegnato assiduamente negli studi, affidarono l’incarico di precettore dei figli di Colbert, all’epoca ministro delle finanze del re di Francia. Venne ordinato sacerdote a 28 anni. A Lione gli fu affidato l’incarico di professore e predicatore, che esercitò per altri cinque anni.
Nel 1675 Padre Claudio venne destinato ruolo di Superiore della comunità dei Gesuiti di Paray-le-Monyal. All’interno della nuova comunità una suora, che per ceto sociale e cultura era inferiore rispetto alle altre consorelle, che mise in subbuglio il monastero delle Visitandine, con le sue stranezze e visioni. Sacerdoti prudenti e illuminati giudicarono opera del diavolo i suoi doni mistici; lei continuò a sentirsi portatrice del messaggio affidatole da Gesù stesso, che le chiedeva di diffondere nel mondo la devozione al Suo Cuore.
Gesù promise a Suor Margherita Maria Alacoque (che la Chiesa cattolica in seguito proclamerà Santa) di mandarle “un suo servo fedele e perfetto amico”, che l’avrebbe sostenuta e incoraggiata. La religiosa durante la prima predica di Padre Claudio nella chiesa del monastero, sentì che era lui il sacerdote promessole da Gesù. Infatti, nei pochi mesi di permanenza, Padre Claudio diventò il primo apostolo della devozione al Sacro Cuore, accettando con docilità ed entusiasmo il ruolo assegnatogli dall’alto.
L’anno successivo fu inviato a Londra, come predicatore della duchessa di York, ma l’ambiente protestante che lo circondava rese estremamente amaro il suo soggiorno. Fu addirittura arrestato con l’accusa di “complotto papista”, e dopo tre settimane di carcere, venne espulso dall’Inghilterra.
L’amarezza del carcere, insieme ai maltrattamenti subiti, incisero sulla sua salute, già provata da gravi disturbi polmonari. Dopo un periodo trascorso a Lione, i superiori, confidando nel clima migliore, lo fecero tornare a Paray-le-Monial, dove morì il 15 febbraio 1682 ad appena 41 anni. Nel 1994 Papa Giovanni Paolo II° proclamò Santo Padre Claudio de la Colombière, “maestro di illuminata spiritualità”, che Dio stesso aveva scelto per far conoscere “le imperscrutabili ricchezze” del Cuore di Cristo.
Alessio Yandusheff Rumyantseff