Oggi, 14 maggio, si celebra la ricorrenza che riguarda colui il quale è considerato il “tredicesimo apostolo”: San Mattia. Secondo quanto riportato nel primo capitolo degli Atti degli apostoli, venne chiamato a ricomporre il numero di dodici, sostituendo Giuda Iscariota. Il numero di 12 è molto importante in quanto raffigura i dodici figli di Giacobbe e di conseguenza le dodici tribù d’Israele.
Mattia venne scelto con un sorteggio: la preferenze divina cadde su di lui e non sull’altro candidato – tra quelli che erano stati discepoli di Cristo sin dal Battesimo sul fiume Giordano – ovvero Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato ‘il Giusto’.
Dalle poche fonti a disposizione si sa che Mattia iniziò a predicare dopo la Pentecoste, ma non si hanno ulteriori notizie. Secondo Niceforo, Mattia predicò inizialmente in Giudea, e successivamente in Etiopia, dove venne crocifisso.
La tradizione tramanda l’immagine di un uomo anziano con in mano un’alabarda, simbolo del suo martirio. Non è certo, come vorrebbero alcuni storici, che muoia a Gerusalemme e che le reliquie vengano portate da sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, a Roma. In effetti, Bollandus ritiene che le reliquie attualmente situate a Santa Maria Maggiore siano quelle di San Mattia o Matteo, vescovo di Gerusalemme intorno all’anno 120. Reliquie che nel corso dei secoli sono state confuse con quelle dell’apostolo. È più probabile che i resti del santo siano quelli contenuti in un’arca marmorea nel transetto dalla basilica di Santa Giustina a Padova, a poca distanza dall’arca dell’evangelista San Luca.
La Chiesa cattolica celebra la festa di San Mattia il 14 maggio; il calendario della forma straordinaria lo ricorda il 7 febbraio nel Rito Ambrosiano e il 24 febbraio nel Rito Romano, come pure la Chiesa luterana e la Chiesa anglicana; la Chiesa ortodossa e le altre Chiese di tradizione greca il 9 agosto.
Alessio Yandusheff Rumiantseff