Giovanni, nato ad Antiochia (probabilmente nel 349), dopo i primi anni trascorsi nel deserto, viene ordinato sacerdote dal vescovo Fabiano e ne diventa collaboratore. Grande predicatore, nel 397 è chiamato a succedere al patriarca Nettario sulla cattedra di Costantinopoli. Nella capitale dell’impero il nuovo patriarca si dedica con grande zelo alla riforma della Chiesa: depone i vescovi simoniaci, combatte l’usanza della coabitazione di preti e diaconesse, predica contro l’accumulo delle ricchezze nelle mani di pochi e contro l’arroganza dei potenti, e destina gran parte dei beni ecclesiastici a opere di carità. L’attività di Giovanni è apprezzata ma allo stesso tempo discussa: evangelizzazione delle campagne, creazione di ospedali, processioni anti-ariane sotto la protezione della polizia imperiale, sermoni di fuoco con cui fustiga vizi e tiepidezze, severi richiami ai monaci indolenti e agli ecclesiastici troppo sensibili alla ricchezza.
Deposto illegalmente da un gruppo di vescovi capeggiati da Teofilo di Alessandria, ed esiliato, Giovanni viene richiamato quasi subito dall’imperatore Arcadio. Ma due mesi subisce un nuovo esilio, prima in Armenia, poi ne Ponto rive del Mar Nero. A Comana il 14 settembre 407, Giovanni muore. Secondo la tradizione, le sue ultime parole sono: “Gloria a Dio in tutte le cose”. Dal sepolcro di Comana, il figlio di Arcadio, Teodosio il Giovane, fa trasferire i resti mortali del santo a Costantinopoli, dove giungono la notte del 27 gennaio 438.
La produzione scritta di Giovanni Crisostomo è copiosissima: comprende alcuni trattati e diverse centinaia di omelie dedicate in gran parte all’esegesi delle Scritture. Alcuni di questi trattati sono: “Contro coloro che si oppongono alla vita monastica”, “Sul sacerdozio”. Fra le omelie esegetiche superstiti, sessantasette sono dedicate alla Genesi, quarantanove ai Salmi, novanta al Vangelo di Matteo, ottantotto al Vangelo di Giovanni e cinquantacinque agli Atti degli Apostoli.
Il Martirologio romano, come pure i sinassari orientali, hanno iscritto la festa di Giovanni al 27 gennaio, anniversario del ritorno del corpo a Costantinopoli. Attualmente nel calendario romano la sua festa è celebrata il 13 settembre. Nello stesso giorno la festa è celebrata presso i siri. La Chiesa bizantina lo festeggia anche il 30 gennaio, insieme a San Basilio e a San Gregorio di Nazianzo, e il 13 novembre, giorno del suo ritorno dall’esilio. In Oriente si incontrano molti monasteri a lui dedicati. Dottore della Chiesa, Giovanni circonda con i Santi Atanasio, Ambrogio e Agostino, la Cattedra del Bernini nell’abside della Basilica Vaticana. Papa Giovanni XXIII pose il Concilio Vaticano II sotto la sua protezione.